mercoledì 28 maggio 2014

Pierre Lemaitre - LAVORO A MANO ARMATA


Pierre Lemaitre
LAVORO A MANO ARMATA
Fazi



Un libro avvincente, un noir bisogna leggere fino in fondo.
Alain, il protagonista, parla in prima persona. Ha 57  anni, una bella moglie, Nicole, che lo ama e due figlie ormai adulte fuori casa.
È depresso a causa della perdita del proprio lavoro. Disoccupato da ormai quattro, è costretto a lavorare poche ore al sorger del sole sotto il controllo di un caporione turco. Un giorno questi gli rifila un calcio nel sedere e in Alain scatta una reazione d'orgoglio: colpisce con una testata il malcapitato. Viene licenziato.
Contemporaneamente una società di selezione del personale lo contatta e dopo un primo approccio lo seleziona per la prova finale:  un gioco di ruolo, un finto sequestro di persone.
La prima parte è forse un po' noiosa, ma mette bene in evidenza chi è Alain, cosa lo costituisce, le aspirazioni, la depressione e il suo desiderio di trovare un lavoro.

Nella seconda parte, non è più Alain che parla ma è Fontana, un esperto ex militare che ha il compito di organizzare la messa in scena del finto sequestro. Si stupisce della reazione di Alain che ad un certo punto diventa un vero sequestratore, con tanto di feriti ed intervento delle squadre speciali della polizia parigina.

Alain ritorna a raccontare in prima persona i sedici mesi trascorsi in prigione ed il processo.
Cosa succederà?
Dita rotte, una figlia avvocato che si prodiga per lui, la moglie che pian piano si.....
Colpi di scena a raffica.
Alcuni telefonati o inverosimili, ma il risultato generale della narrazione è avvincente.

Rammarico: Alain e un uomo che pensa solo al proprio bene in termini puramente materiali. Alla fine vincerà, ma anche chi lo ama e lo ha accompagnato lo lascerà andare per la sua strada.
Vincente, ma perdente.