domenica 28 agosto 2011

Un imprevisto è la sola speranza.



Vedere una gara di atletica leggera dal vivo e non da spettatore in tv è una cosa emozionante, essere in tribuna ad assistere alla finale dei 100 metri non è come essere in poltrona nel salotto di casa. La televisione rallenta ed appiattisce la dinamica, basta vedere la Formula 1, vi sembra che le monoposto sfreccino a 300 km all’ora?
Così è nelle gara dei 100 mt.di atletica.
Usain Bolt , il fulmine splendente, il fulmine di Dio, è l’uomo più veloce sulla terra nei 100 e 200 metri. Alto, muscoloso, simpatico, guascone, giovane. È il più forte, è sicuro di vincere, mentre i suoi antagonisti sono sicuri di perdere.
Nella finale dei campionati del mondo ha sconfitto gli altri sfidanti ma ha battuto anche sé stesso.
Avviso di start e prima del colpo di pistola ha già i piedi sulla pista. Falsa partenza, quindi eliminato. Alza le braccia al cielo e si toglie la maglietta e lì è disperazione. Impensabile.
L’MPREVISTO È L’UNICA COSA PREVISTA.
Questa frase la dice spesso un amico ed è ormai un motto nella mia vita.
Non solo in talune occasioni particolari, ma anche quotidianamente ci accadono situazioni che non prevediamo e che pensiamo impossibili possano capitarci. Eppure ci accadono, e allora?
Ci si arrabbia, oppure ci si deprime o si intravede una possibilità di luce. Cioè?
Uno spiraglio di luminoso che trapassa il momento che sembra buio e sconveniente, per guardare in avanti. Non un castigo ma un’occasione di rilancio.
Usain Bolt ritornerà vincente.

Concludo con la poesia di Eugenio Montale, Prima del viaggio.

Prima del viaggio si scrutano gli orari,
le coincidenze, le soste, le pernottazioni
e le prenotazioni ( di camere con bagno
o doccia, a un letto o due o addirittura un flat);
si consultano
le guide Hachette e quelle dei musei,
si scambiano valute, si dividono
franchi da escudos, rubli da copechi;
prima del viaggio si informa
qualche amico o parente,si controllano
valigie e passaporti, si completa
il corredo, si acquista un supplemento
di lamette da barba, eventualmente
si dà un’occhiata al testamento, pura
scaramanzia perché i disastri aerei
in percentuale sono nulla;
prima del viaggio si è tranquilli ma si sospetta che
il saggio non si muova e che il piacere
di ritornare costi uno sproposito.
E poi si parte e tutto è OK e tutto
è per il meglio e inutile.

E ora che ne sarà
del mio viaggio?
Troppo accuratamente l’ho studiato senza saperne nulla.
Un imprevisto è la sola speranza.
Ma mi dicono che è una stoltezza dirselo.