FESTIVAL DI SANREMO 2015/ Conti batte Fazio (ma che strazio le "esche" da auditel)
Carletto, il Moro di Sanremo, sta surclassando negli
ascolti il compagno Fabio Fazio. Ma anche nella simpatia.
Ma se finora i media aleggiavano un festival
democristiano, per par condicio, è arrivato il rifondarolo Claudio Amendola con
la sua retorica a presentare il suo ultimo film (leggi marketta) e la tanto
attesa Conchita Wurst, vincitrice ad hoc e non per caso del Festival europeo. A
Sanremo in veste "solamente" di artista, ma vestito e truccato da
donna. Però ha cantato dopo la mezzanotte e il Carletto ha fatto solo domande
di circostanza, liquidandolo velocemente.
Alcuni accorgimenti tecnici per gustare il festival. Non
fatevi distrarre dalla scenografia
multimediale, ravvivata in maniera sgargiante dalle luci colorate. Anche la
regia, troppo da videoclip, ci allontana dall'ascolto delle canzoni. Ci voleva
più di sobrietà.
Passiamo alla corte di Carletto il Moro.
Arisa, è meglio che canti, troppo finta per presentare.
Emma ha la presenza fisica, ma legge il gobbo come una scolaretta in una recita
delle classi elementari. Per la bella Rocio un grande applauso, regge il palco
in maniera naturale, recita anche lei, ma lo sa fare.
A che servono i super ospiti in una rassegna canora? A
parte il Biagio da Rozzano che ha cantato e parlato di speranza (ma le calze le
ha dimenticate in spiaggia?) gli altri sono marketing tv, specchietti per le
allodole e gli ascolti.
Joe
Bastianich, è come il prezzemolo
utilizzato nei suoi ristoranti.
L'Oscar Charlize è
sempre meglio vederla al cinema. Non è colpa sua, l'intervista sembrava
un Letterman show dei poveri, ma almeno non ha parlato del suo attivismo pro
gay.
Angelo Pintus è il comico del momento, dicono che sarà
l'erede di Fiorello, .... Deve farne di strada, anzi di piazze (leggi Karaoke).
Poi un pizzico di sport che non fa mai male, ed ecco
Vincenzo Nibali e poi il mio capitano, Xavier Zanetti.
Se non volete farvi influenzare dalla cornice televisiva,
meglio seguire il festival alla radio.
Parliamo delle canzoni, il clou della serata.
La serata è partita subito (meglio così) con le Nuove proposte. Atmosfera e schede personaggi
da talent televisivo per non farci mancare nulla. Brevi, per fortuna.
Kutso. Testo da 50 sfumature di grigio, copia avariata di
Alberto Fortis.
Kaligola. Rap melodico alla Caparezza, niente di nuovo.
"Stilla il sangue delle rose sulla neve del giardino". Poetica
banale.
Enrico Nigiotti. Non male, potrebbe fare strada.
Chanty. Interpretazione particolare, testo leggero, ma
bel vestito, bella presenza e bella pettinatura.
Poi i big.
Nina Zilli. Sarà che il blues mi piace, sarà che sono un
estimatore di Mauro Pagani, la sua canzone mi è piaciuta.
Anche quella di Marco Masini non male.
La Tatangelo è diventata donna, fa più la sua immagine
che il motivo scritto da Kekko dei Modà I tre mini tenori, il Volo, hanno una
gran voce, ma potevano continuare a maturare all'estero.
Irene Grandi non è mai esplosa e a maggior ragione con
questo brano resterà al palo.
La melodia di Raf mi ha appisolato.
Fragola maturerà sull'Isola dei Famosi come Scanu?
Biggio e Mandelli, deludenti, lasciamoli perdere, finti
Cochi e Renato.
Moreno, rimandiamolo ad Amici, mentre Bianca Atzei a
parte gli zigomi alla Ferilli, è da invitare a cena.
Pensiero della notte fonda. Le serate del festival in TV
dovrebbe essere più corte: meno super ospiti, soprattutto quelli del momento e
quelli inutili per attirare il pubblico, indi share. Ma questa è la tv.
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